I fattori di criticità
Frontex ammette: «La presenza di navi delle Ong può influenzare la dinamica del flusso». Lo scenario in Libia dello scontro tra Serraj e Haftar basta già da solo a generare alta instabilità e condizioni favorevoli ai trafficanti di esseri umani. La Guardia costiera libica tuttavia «finora ha continuato a pattugliare le sue acque territoriali». Ma «la volatilità del conflitto libico potrebbe in ogni momento comportare un’inversione delle prestazioni» delle unità navali di Tripoli. La conseguenza è inevitabile: «Molteplici partenze di migranti».
La sfida sul Memorandum
Il governo ha inviato domenica scorsa alle autorità libiche il nuovo testo di Memorandum di intesa per rinnovare quello firmato nel 2017 dall’allora presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Ci sono ampie e numerose sottolineature sul rispetto dei diritti umani, a cominciare dai campi di accoglienza. L’Italia si impegna anche a inviare due nuove motovedette. Ma i libici sono molto gelosi della loro autonomia di governo. E quelli del governo Serraj guardano con attenzione soprattutto al nuovo alleato turco Recep Erdogan. Oggi il tema sarà affrontato nell’incontro a Parigi tra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il collega francese Jean-Yves Le Drian. Lo scenario è tutti in divenire.
Dati positivi 2019
Nel report Frontex sottolinea argomenti già ricordati dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: «Nel complesso nel 2019 i rilevamenti sulla rotta del Mediterraneo centrale sono rimasti ben al di sotto delle loro medie mensili degli ultimi dieci anni». La ripresa dei flussi, insomma, continua a poter scontare un crollo degli arrivi nell’ultimo anno. Ora però c’è una fase di ripresa potenziale. L’intensità dei prossimi viaggi, secondo Frontex, «è determinata principalmente dalle attività di prevenzione delle autorità tunisine e libiche